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lunedì 11 aprile 2011

L'attualità della scrittura: Ciaula scopre la luna...

..Curvo, quasi toccando con la fronte lo scalino che gli stava sopra, e
su la cui lubricità la lumierina vacillante rifletteva appena un fioco
lume sanguigno, egli veniva su, su, su, dal ventre della montagna,
senza piacere, anzi pauroso della prossima liberazione. E non vedeva
ancora la buca, che lassú lassú si apriva come un occhio chiaro,
d’una deliziosa chiarità d’argento.
Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque
gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del
giorno. Ma la chiaría cresceva, cresceva sempre piú, come se il sole,
che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato.
Possibile?
Restò – appena sbucato all’aperto – sbalordito. Il carico gli cadde
dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprí le mani nere in quella
chiarità d’argento.
Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli
stava di faccia la Luna.
Sí, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui
non si è data mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che
in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli
la scopriva.
Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola,
eccola là, la Luna… C’era la Luna! La Luna!
E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran
conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là,
mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara
dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che
pure per lei non aveva piú paura, né si sentiva piú stanco, nella notte
ora piena del suo stupore.
(da Novelle per un anno, Luigi Pirandello)
 ...per coloro che credono che le parole siano in grado di cambiare il mondo...
        echidainternet@rupemutevoleedizioni.com

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