Provate a riflettere solo per un momento sulle vostre vite, le consuetudini che scandiscono le vostre giornate, l’importanza di tutte quelle piccole e grandi sicurezze che caratterizzano il vostro io.
Cercate di percepire l’importanza degli affetti familiari che con voi condividono tutto, difficoltà e attimi di gioia e vi proteggono e sostengono non solo quando ne avete bisogno ma in ogni istante dando per scontato che loro ci sono sempre e sempre ci saranno per voi.
Ora tentate di immaginarvi improvvisamente soli, di sentire il rumore di una porta che sbatte e quella porta è proprio quella di casa vostra e di rimanerne fuori vostro malgrado.
Subire l’incredula e insopportabile sensazione che tutto ciò che di più caro avete al mondo, la vostra famiglia, vi allontani con indifferenza prima e con modi violenti poi da ciò che davate per scontato appartenervi e provare un senso infinito di alienazione.
Quanti di voi sono stati sottoposti a questo trattamento per futili motivi di gelosia, di invidia, di rancori nascosti e insospettabili ma ignari della vera causa che li abbia provocati?
Chi di voi è stato estraniato da momenti di vita familiare e ha spiato da lontano la nascita o la crescita dei nipotini da cui siete stati ingiustamente strappati senza una spiegazione logica?
Come sperate di superare questo piccolo grande dramma che si consuma tra le pareti domestiche di troppe famiglie ma di cui si parla poco per dolore o per vergogna?
Non c’è una soluzione unica, un metodo infallibile ma far emergere il disagio parlandone può creare un confronto, un modo per condividere esperienze similari.
Questo ho cercato di fare nel mio libro.
Troppe storie ho sentito riguardo questo tema.
Storie di persone qualsiasi, di diversa estrazione sociale, storie qualunque, ognuna diversa dall’altra ma con un unico denominatore: la famiglia che si sgretola e bimbi strumentalizzati per fini meschini.
Ho rielaborato tali esperienze in un unico racconto narrato in prima persona per sentirmi emotivamente coinvolta più di quanto già lo fossi e immedesimarmi al cento per cento in una quotidianità alterata e sofferente e condividerne le ansie, la solitudine, il tormento.
Nessun commento:
Posta un commento